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sabato 28 settembre 2013

Un bel problema!

Avevo sentito dell'iniziativa  in atto nel comune di Venezia e in quello di Bologna per sostituire sui moduli scolastici  i termini padre e madre con genitore 1 e genitore 2 per meglio rafforzare le pari opportunità. Tale idea è stata inoltre accolta favorevolmente dal ministro per l'integrazione Kyenge che si è detta d'accordo con tali modifiche.
Molti hanno sollevato dubbi di vario carattere: etico, morale o semplicemente di buon senso. 
Però la vera portata di tali iniziative io l'ho compresa solo oggi. Stavo infatti cantando a mia figlia per farla addormentare una filastrocca  che recita così:

 Stella stellina
la notte si avvicina:
la fiamma traballa,
la mucca è nella stalla.
La mucca e il vitello,
la pecora e l'agnello,
la chioccia coi pulcini,
la mamma coi bambini.
Ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.

Penso tutti la conosciate, è un grande classico ed io mi sono detto: perchè non provare ad adeguarmi alle nuove tendenze? Allora ho provato ad inserire i termini genitore 1 o genitore 2 al posto di mamma e non mi sono più... ritrovato la rima! Ma che filastrocca è senza rime? Stiamo scherzando? Allora ho pensato di raccontarle una favola, magari quella di Biancaneve sempre applicando le nuove disposizioni in materia di pari opportunità e mi sono trovato con un bel problema: infatti se la matrigna non si può più chiamare così ma genitore 2 (perchè sta con il papà...pardon genitore 1 di Biancaneve) capite che raccontare ad una bimba che il genitore 2 dà ordine di far uccidere Biancaneve potrebbe creare qualche trauma! Mi sono detto, proviamo con Cenerentola, ma anche lì raccontare che il genitore 2 la costringeva a fare i lavori di casa come fosse stata una schiava capite che poteva creare strane idee nella mente della pargola! E che dire poi di Pinocchio? Il povero burattino nella pancia della balena ritrova Mastro Geppetto ma  non esclama più Babbo bensì genitore 1 (e come definire Geppetto visto che ha intagliato da solo  Pinocchio...genitore 1 e 2? Boh? Sinceramente non ci si capisce più nulla!
Poi diciamocelo chiaro, in epoca di spending review come la mettiamo con i litri di inchiostro in più che verrano utilizzati per scrivere i termini genitore 1 e genitore 2  sui moduli visto che padre e madre ci facevano rispermiare ben otto caratteri? 
No signori, così non va. Ministri, assessori e chiunque ne sia responsabile, lasciate perdere tutte le questioni sulla liceità o meno di tali modifiche per rispetto nei confronti della famiglia tradizionale o sul discorso del rispetto del diritto naturale o sul bene dei bambini, i veri problemi sono quelli che vi ho elencato e vi prego di provvedere. 
                                                          Un padre...pardon genitore 1 disperato. 

P.S.
Spero nessuno si sia risentito per tanta ironia, ma era l'unico modo che avevo per affrontare un argomento su cui nella realtà c'è da piangere per la stupidità e il furore ideologico dimostrati nell'avanzare determinate proposte.
 

venerdì 30 agosto 2013

Un pessimo giocatore di Risiko...

Non so se qualcuno di voi ha mai giocato a Risiko, credo comunque sappiate di che gioco sto parlando.
A me è capitato diverse volte di giocare e siccome sul planisfero diviso in nazioni bisogna conquistare uno o più obiettivi mi è successo anche di avere tutte le mie conquiste a portata di mano e poi perderle miseramente una per una sotto i colpi dei carri armati nemici.
La stessa cosa sta succedendo al presidente americano Obama che ha promosso una guerra in Libia per poi vedersi distrutta l'ambasciata ed assassinato l'ambasciatore  e con una paese in mano agli estremisti islamici. In Egitto ha promosso e sponsorizzato l'ascesa dei fratelli musulmani per poi vedere gli stessi sfiduciati dalla maggioranza del popolo egiziano e dall'esercito (rifornito dagli americani di molti mezzi). Ha promosso il ritiro delle truppe americane dall'Iraq (a onor del vero non aveva deciso lui l'invasione di quel paese ma il suo predecessore)  ed il paese è insanguinato da attentati quasi ogni giorno con le milizie di Al-Qaeda che la fanno da padrone in molte zone. In Pakistan dove ha ordinato l'uccisone di Osama Bin Laden Al-Qaeda è tuttaltro che debellata ed i Talebani sono bel lungi dall'essere sconfitti e controllano ampie regioni.  Dopo aver appoggiato con le sue dichiarazioni le cosiddette primavere arabe si ritrova con paesi in cui la democrazia è una pura illusione e le milizie fondamentaliste imperversano senza alcun tipo di controllo. Ora vorrebbe riprovarci con la guerra in Siria per sconfiggere Assad (tuttaltro che uno stinco di santo!) e consegnare il paese ai ribelli che però sono divisi in moltissime fazioni e molte sono in realtà emanazioni di Al-Qaeda stessa. Può anche succedere che a Risiko un obiettivo possa essere in comune ad altri giocatori e qui il nostro Barack si ritrova a muovere le sue pedine sulla Siria con però Russia e Iran pronte a difendere i loro interessi in quel paese.
Tutto questo potrebbe sembrare comico se fossimo al tavolo del Risiko ma purtroppo qui parliamo di nazioni vere e di persone in carne ed ossa con tutte le tragiche conseguenze che un ulteriore attacco può provocare in un teatro di guerra già piuttosto complicato e carico di lutti per il popolo siriano.
Altro aspetto paradossale è che il presidentissimo è stato insignito nel 2009  del Nobel per la pace!
E viene spontanea una domanda: ma il popolo delle bandiere arcobaleno dei sostenitori della pace senza se e senza ma dove è finito? E gli appelli di intellettuali, attori, giornalisti e uomini di cultura contro la guerra dove sono? Non sarà mica che non si vogliono pestare i piedi al più insigne rappresentante mondiale del progressismo e del politicamente corretto? A voi la risposta...

giovedì 25 luglio 2013

Realtà

E' la realtà che plasma le umane cose e non il contrario. Sin da quando esiste, l'uomo ha dovuto farci i conti e ad essa ha adattato tutta la sua esistenza: comportamento, atteggiamenti, relazioni, consuetudini e persino il linguaggio.
Per questo motivo quando (come ai giorni nostri) si desidera negare la realtà e sostituirla con un surrogato di nostra produzione non basta dire che la verità è un'altra.
Non basta dire che il matrimonio non indica più l'unione di un uomo e di una donna ma anche l'unione di due persone del medesimo sesso  per cambiare la realtà, bisogna ri-plasmare tutto. Prendiamo ad esempio il linguaggio: se prima  era prassi comune parlare di padre e madre, sulla base di quanto detto prima bisognerà mutare anche le parole e allora largo a nuovi termini quali genitore 1 e genitore 2 molto più rispettosi e corretti. Non solo, bisognerà anche fare in modo che nessuno possa più affermare il contrario! Eh sì, perchè la realtà, quella vera, tende a tornare a galla appena può e quindi occorrerà munirsi di apposite leggi che impediscano a chicchessia di facilitarne il ritorno.
Ma tutto questo non basta e mai basterà, per questo e altri casi perchè la realtà è un po' come quei fiori che sbocciano tra le fessure dell'asfalto.
Essa sboccia là dove sono più evidenti le crepe del nostro egoismo, del nostro desiderio di onnipotenza e viene a ricordarci che siamo creature. E non siamo soli, Qualcuno ci ha amato a tal punto da calarsi in questa nostra realtà per redimerla e noi con essa.
Alla prossima scorretezza.  

Neutralità ...

Recentemente sta prendendo piede nel parlare e soprattutto nel sentire comune un nuovo termine: neutralità.
Sapevo di stati neutrali (o presunti tali), di ph neutro (qualche minima reminiscenza di chimica del liceo!) ma non mi era mai capitato di sentirlo in riferimento alle persone.
Invece ultimamente e spesso si sente dire ( anche da studiosi importanti) che in fondo è la persona a dover scegliere, per esempio sulla propria appartenenza di genere. Apprendo che vi sono paesi che hanno proposto o già prevedono che sulla carta di identità non compaia più l’indicazione di genere perché il possessore di tale documento potrebbe mutare idea rispetto ad esso o non aver ancora scelto. Mi aveva particolarmente colpito su di un giornale di alcuni mesi fa il caso di una coppia (di un paese industrializzato del nord del mondo)  che aveva insistito perché sui documenti del figlio fosse indicato il genere “neutro” in quanto sarebbe poi spettato alla prole decidere una volta divenuta adulta. I genitori precisavano nell’articolo che da parte loro non vi era e non vi sarebbe stata alcuna preclusione verso l’una o l’altra scelta e che si sarebbero adoperati per farle conoscere entrambe.
Io non sono un esperto ma mi sento di affermare questo: vi sono cose che noi non scegliamo ma ci sono date. Non scegliamo di venire al mondo, non scegliamo i nostri genitori, non scegliamo il paese in cui nascere, né la condizione economica e non scegliamo neanche il nostro genere. Tutte queste cose ci sono date, fanno parte di noi ben prima che ne possiamo acquisire una qualche consapevolezza e con esse dobbiamo prima o poi fare i conti.
Mia figlia ha quasi cinque mesi e nonostante sia così piccola ogni giorno, sin da quando è nata, la vediamo fare i conti con ciò che si è trovata e non ha scelto: quei due (uno barbuto e grassottello e l’altra bella e sorridente) che le stanno sempre intorno e le fanno quei versi davvero strani per farla ridere un poco, quella casa grande e a volte un po’ buia in cui si sente spaesata ( si sa che la pancia della mamma era calda e della misura giusta!) e quel suo essere femminuccia  che traspare non solo fisicamente ma in ogni suo atteggiamento.
Lo ripeto, vi sono cose che ci sono date per natura (noi cristiani parliamo di creaturalità) e con le quali dobbiamo fare i conti anzi: il nostro sviluppo integrale come persona passa proprio attraverso il confronto con  ciò che siamo e non abbiamo scelto e questo sia nel bene che nel male. Il confronto con ciò che ci è stato donato ci rende più umani, più aperti all’altro con i suoi doni e le sue esigenze e ci aiuta a capire che se alcune cose ci sono date allora non siamo noi il fine e la misura ultima di noi stessi ma c’è un qualcosa anzi un Qualcuno cui tendere insieme.
Di più, la tanto sbandierata neutralità produce egoismo: se io sono la misura di me stesso allora nulla è più importante di me e dei miei bisogni. Se il centro di tutto sono io allora questo dovrà per forza declinarsi anche nel mio rapporto con l’altro e costui sarà sempre una spanna sotto di me. E se tanti in una società la pensano così allora non vi sarà più spazio per un bene comune ma per una corsa all’ultimo sangue in cui l’unica speranza è primeggiare sugli altri senza badare al prezzo perché la linea guida è “mors tua, vita mea”. In fin dei conti anche uno Stato che si dica neutrale incorre nello stesso pericolo: infatti se non vi è un qualcosa a priori da recepire e con cui fare i conti sarà lo Stato stesso a decidere cosa è bene e cosa è male e soprattutto a contare davvero sarà soltanto la sua sopravvivenza a discapito a volte dei suoi stessi cittadini e degli altri paesi a lui vicini (basta aprire un libro di storia per vedere nel secolo scorso quali danni da questo siano derivati). Un pericolo da cui non è esente alcun ambito, nemmeno quello economico: basti pensare a certe forme di capitalismo sfrenato totalmente slegate dalla realtà e responsabili in parte della crisi che stiamo vivendo negli ultimi anni.
Che dire allora in conclusione?
L’illusione del tenere le redini della nostra vita alla fine è il peccato originale stesso che continua a declinarsi nella storia dell’umanità. Ma non siamo soli in questa lotta, Colui che è l’autore della vita ha scelto di coinvolgersi con gli uomini sino alla fine perché quella umanità ferita dal peccato creata per mezzo di Lui e da Lui amata venisse redenta.
Alla prossima “scorrettezza”.
  

mercoledì 17 luglio 2013

La corsa alla luna ed il matrimonio omosessuale.

Tra pochi giorni sarà il 44° anniversario dello sbarco del primo uomo sul nostro satellite.
Agli inizi degli anni '60 il presidente americano Kennedy indicò come prossimo obbiettivo dell'avventura statunitense nello spazio lo sbarco sulla luna. La sfida era grande perchè se mandare un uomo nello spazio con un razzo era possibile, mandarlo sulla luna richiedeva un vettore talmente grande e potente che si metteva in dubbio la possibilità stessa di realizzarlo. La soluzione venne con il contributo fondamentale di Wernher Von Braun che con il suo Saturn V risolse brillantemente il problema. Tale razzo era composto da tre stadi: il primo avrebbe permesso di andare in orbita e poi si sarebbe sganciato, il secondo di lasciare l'orbita terrestre e poi si sarebbe distaccato anch'esso  mentre il terzo avrebbe portato astronauti, capsula di comando e modulo lunsare a orbitare intorno al nostro satellite. Insomma un viaggio verso la luna di tre tappe reso possibile appunto dai tre stadi del razzo.
Voi direte: ma cosa centra tutto questo con il dibattito sul matrimonio omosessuale?
Procedo per analogia.
Abbiamo recentemente visto come a pochi chilometri da noi il governo francese abbia approvato la legge Taubira equiparando a tutti gli effetti il matrimonio omosessuale a quello eterosessuale concedendo quindi possibilità anche di adozione a coppie di coniugi del medesimo sesso.
Anche in Italia da molti è stata ed è tuttora invocata una simile legge per non rimanere indietro sul piano dei"diritti". Tuttavia gli sponsor italiani delle nozze gay, che sanno di avere tra le loro fila giornalisti famosi con buona parte del mondo della cultura e anche molti cattolici, sanno bene che ottenere l'approvazione di una tale legge in Italia sarebbe oggi difficile per le resistenze (dicono loro) di stampo medievale e vetero-clericali di alcuni cattolici e del papa . Allora quale possibile soluzione?  
Il piano è già pronto ed è in tre stadi (avete capito bene, proprio come il razzo Saturno V):

  1. Primo stadio: arrivare all'approvazione di un disegno di legge sull'omofobia, il tentativo è in corso in questi giorni e se ne sta discutendo alla Camera. I tempi sono maturi anche per la maggiore complicità di politici di tutti gli schieramenti alcuni dei quali ricoprono anche ruoli istituzionali non di poco conto (l'on. Boldrini  presidente della camera e Josefa Idem, ex ministro per le pari opportunità, hanno partecipato al Palermo pride). Se volete un esempio leggete questo documento sul sito del  ministero.  Un disegno di legge sull'omofobia come quello presentato avrebbe tra l'altro la facoltà di ridurre al silenzio le poche voci contrarie che ancora si levano perchè sarebbero appunto tacciate di omofobia e punite con sanzioni che nelle proposte prevedono anche in determinati casi il carcere oltre ad attività di pubblica utilità sociale come il dover prestare servizio in associazioni di promozione gay.
  2. Secondo stadio: tacciate con una legge ad hoc sull'omofobia tutte (o quasi) le voci contrarie, inizierà il nuovo tam tam per ottenere il riconoscimento delle unioni civili o DICO o PACS che dir si voglia. Se da noi l'omofobia è punita allora vuol dire che i tempi sono maturi per riconoscere una convivenza omosessuale perchè vi è una nuova sensibilità tra la gente. Alcune amministrazioni comunali hanno già fatto da apripista con l'istituzione di appositi registri senza alcun valore legale ma molto rappresentativi sul piano dell'immagine (anche se pare con scarse adesioni). Non possiamo nemmeno dimenticare le solerti sollecitazioni della Corte Costituzionale (pagina 9 del documento). Ovviamente tutti i promotori diranno che tali unioni sono altra cosa rispetto al matrimonio e quindi non intaccano nulla di tale realtà anche perchè non si potranno adottare bambini e comunque non si andrà oltre. Rassicureranno poi tutti dicendo che così "abbiamo più diritti" e potrà esserci un sostanziale guadagno per tutti.
  3. Terzo stadio:  ricomincerà  il lavorio  mediatico con tanto di attori, intellettuali, opinionisti che si stracceranno le vesti per dire che non possiamo vivere un minuto di più in un paese che ha unioni di serie A (il matrimonio) e di serie B (le unioni civili appunto). In questo saremo aiutati dalle prese di posizione di altri civilissimi stati e dalle sempre più pressanti raccomandazioni di mamma Europa sempre molto attenta a taluni "diritti". Ecco così che si arriverà ad un disegno di legge sul modello di quello francese in cui de facto le unioni tra persone dello stesso sesso saranno equiparate in tutto e per tutto al matrimonio con possibilità quindi anche di adozione.
Insieme a tutto questo si sta già procedendo verso una forma di indottrinamento culturale teso a preparare il terreno e che nelle intenzioni vuole partire già dalla più tenera età con progetti ad hoc nelle scuole sino ad arrivare alla formazione universitaria e ai luoghi d lavoro.

Voi direte: fine del discorso, non vi è più nulla da fare o da dire. E invece l'analogia tra la corsa alla luna e quella per il matrinonio gay non finisce qui (o almeno così spero). Infatti dopo una serie di missioni sulla luna gli americani sospesero il programma Apollo perchè i costi superavano di gran lunga i benefici, che si possa dire lo stesso in futuro per i "matrimoni" omosessuali? Chissà, vedremo.
Certo le mie parole se passasse la proposta di legge per il contrasto all'omofobia potrebbero essere considerate pericolose e quindi punibili, ma per ora cosideratele solamente scorrette al pari di tante altre già espresse da me in passato.
Alla prossima scorrettezza!

lunedì 27 maggio 2013

libertà di educazione - la situazione attuale

Come avevo anticipato nel post precedente parliamo del rapporto tra scuole statali e scuole parificate.
Cominciamo dal variegato mondo della scuola statale.
Prima di tutto le scuole statali di ogni ordine e grado ,ma in particolare l'infanzia e la primaria, non sono attualmente in grado di accogliere tutti i bambini che abbisognano di una istruzione obbligatoria. Se non vi fossero le scuole parificate (ed anche un buon numero di private) molti bambini non saprebbero dove andare a scuola. Le statali sono inoltre affette da una cronica mancanza di fondi che si è accentuata negli ultimi tempi (non è che alle parificate ne siano stati dati di più anzi) unita ad una cattiva gestione dei fondi e delle risorse (chi scrive sa di cosa parla  lavorando nella scuola statale), basta pensare ai riscaldamenti accesi nel fine settimana o al finanziamento di svariati progetti di dubbia utilità e necessità e molte altre cose ancora per avere un'idea.  La formazione dello stesso personale scolastico è da anni sotto la lente della politica e del mondo accademico proprio perchè non sempre all'altezza.   Inoltre si assiste ad una progressiva delegittimazione degli insegnanti specialmente da parte dei genitori e spesso con la complicità degli stessi media al punto che i ricorsi contro le bocciature sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni ed anche le denunce nei confronti dei docenti.
Il rapporto delle scuole statali con le scuole parificate non è mai stato idilliaco ma negli ultimi anni si è inasprito sicuramente per un ritorno di fiamma ideologico che ha portato partiti e movimenti a sostenere la necessità di una scuola pubblica per tutti con il taglio totale delle risorse per le paritarie. Inoltre il   diminuire costante dei fondi destinati all'istruzione ha fatto sì che venissero accusate le scuole parificate di sottrarre fondi alla scuole statali. Bisogna però precisare che prima di tutto la mancanza di risorse coinvolge tutti e le paritarie in particolare sono in attesa di fondi che fanno riferimento a diversi anni di arretrati con i quali devono garantire il funzionamento delle strutture e pagare gli insegnanti e gli altri operatori.  Inoltre le scuole parificate sono alle prese da una parte con il problema della professionalità e formazione dei docenti che spesso sono poco motivati e appena possibile preferiscono il passaggio alla più sicura cattedra statale e dall'altra al rischio (che spesso diviene necessità) di dover aumentare le rette per l'insolvenza dello Stato con una conseguenete perdita di utenza spesso tra le fascie di reddito medio-basse che se pur motivate devono fare i conti con la ristrettezza economica. Ultima ma non per importanza, le scuole paritarie devono sottostare all'accusa di non essere moralmente alla stessa altezza della scuola statale per accoglienza, attenzione ai diritti e alla solidarietà, un'accusa che viene di tanto in tanto riformulata e sponsorizzata da organizzazioni sindacali, partiti, associazioni e politici di spicco, il tutto perchè non sono portatrici di "valori" laici e politicamente corretti.
Una riprova può essere il fatto che nei giorni scorsi il neo-ministro dell'istruzione Carrozza abbia detto così:
" Dobbiamo pensare ai bambini che vanno a scuola e garantirne la copertura. Il mio interesse è appoggiare gli accordi che vedono il ruolo delle paritarie per coprire tutti i posti per i bambini."
Parole utili e corrette ma che ci dicono una cosa, la necessità ora è non lasciare a casa i bambini, ma se un domani ci fosse un'alternativa chissà se le posizioni sarebbero le medesime. Certo il ministro ha anche elogiato il sistema Bologna come funzionale e  importante ma personalmnete mi colpisce che la prima motivazione sia piuttosto pragmatica e punti a continuare a garantire un servizio.
Il punto è questo e non va dimenticato, quando parliamo di scuole paritarie dobbiamo prima di tutto dire che tali scuole hanno una loro legittimità e un loro scopo e che possono concorrere al bene comune. Non sono solo puntelli cui si appoggia l'istruzione pubblica e ai quali riconoscere un piccolo contributo per questo loro servizio. Se si pensa solo questo allora vorrà dire che quando lo Stato riuscirà ad organizzarsi meglio potrà fare a meno di tale aiuto e quindi tagliare tutti i fondi per poterli dirottare sulle scuole statali (come sperano di certo i promotori del referendum bolognese).
Esistono possibili soluzioni? E soprattutto i cattolici cosa possono fare visto che la maggioranza delle strutture parificate sono di estrazione appunto cattolica?    
In un mio prossimo post una personale (e quindi criticabilissima) proposta. 
A presto.

domenica 26 maggio 2013

Libertà di educazione - la questione

Si sta svolgendo in queste ore a Bologna il referendum sul finanziamento alle scuole paritarie dell'infanzia da molti ribattezzato come il referendum per una scuola pubblica e di tutti e che da molti viene invocato anche per altre realtà e addirittura su scala nazionale. Molte cose sono state dette in questi giorni, molte sbagliate, molte inesatte, alcune giuste ma parziali e infine molte taciute perchè poco corrette politicamente.
Una su tutte mi interessa chiarire: il concetto di libertà di educazione.
Quando ne sentiamo parlare spesso la cosa viene interpretata come un diritto di cui deve godere ogni bambino ad una istruzione di qualità e che non possa essere tacciata di classismo o ghettizzazione. Quindi se una famiglia non ha le possibilità economiche di far frequentare al proprio figlio una scuola parificata quel bambino si vedrà negato un diritto ed ecco che la scuola paritaria sarà allora solo per una ristretta cerchia di utenti. Nella scuola pubblica invece il bambino di qualsiasi condizione economica non ha restrizioni di accesso e viene quindi riconosciuto ogni suo diritto.Posto così il ragionamento non fa una grinza.
Il problema è che quando parliamo di libertà di educazione non dobbiamo dimenticarci che se ne parla in riferimento ad un diritto dei genitori! Se un padre ed una madre desiderano impartire una educazione cattolica ai propri figli allora hanno il diritto costituzionale a vedersi riconosciuto e reso possibile tale diritto e quindi devono poter trovare un aiuto da parte dello Stato per poter accedere a tale diritto. Capite che posta così la questione si ribalta totalmente: infatti due genitori intenzionati a dare una educazione cattolica alla propria prole  e non in condizioni economiche per farlo e avendo quindi la sola possibilità della scuola statale vedrebbero negato il loro diritto sancito dall'articolo 31 della Costituzione di provvedere alla istruzione ed educazione dei figli (compresa quindi una educazione cattolica).
Messi questi puntini sulle i nel prossimo post esporrò alcune considerazioni sul rapporto tra scuole statali e parificate e su alcune prese di posizione di alcuni esponenti politici in merito alla questione.

giovedì 25 aprile 2013

Liberazione...

Oggi è il 25 aprile, festa e anniversario della liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo.
Per sgombrare il campo da ogni equivoco chiarisco subito una cosa: sono profondamente grato a tutti coloro che si sacrificarono per il bene dell'Italia (italiani e non, non dimentichiamo il ruolo degli alleati). Ho sentito i racconti di chi ha vissuto quel periodo a cominciare dai miei nonni e ho letto diversi libri e ascoltato svariate altre testimonianze ed esperienze e ... mi sono convinto di una cosa.
Sì, abbiamo (dico così perche oggi ne godo i frutti anche io) ottenuto di sottrarci dal giogo di una dittatura e da anni di oppressione, ma non per questo siamo stati liberati da divisioni, ideologie, giochi di potere, qualunquismi, soprusi, ingiustizie e molto altro ancora. Dopo il 25 aprile 1945 l'Italia era una paese liberato, ma profondamente diviso, con una guerra civile alle spalle che per molti non era affatto finita e che negli anni a venire avrebbe lasciato i suoi strascichi di morte, violenza e ingiustizie da ambo le parti. Una guerra che ha visto il fratello contro il fratello, il figlio contro il padre, il marito contro la moglie, che si è trasmessa alle generazioni successive sino ad oggi. Un esempio fra tanti è che ancora oggi dopo 68 anni l'inno che va per la maggiore non è quella italiano, ma Bella Ciao (che non fu mai il canto dei partigiani durante la guerra perchè fu composta nel 1947 in occasione di un congresso del PCI) ad indicare che ancora vi è contrapposizione, che ci sono conti da presentare e nemici da additare e combattere.
Allora mi viene da dire, più in generale, che ricordare è sì vigilare perchè certe cose non accadano più, ma è soprattutto saper riconoscere che non siamo capaci di liberarci da soli, che il nostro anelito di libertà non può trovare la risposta dentro di noi, nelle sole nostre azioni.
La libertà, quella vera, non possiamo raggiungerla da soli, ogni nostra conquista di libertà porta in sè un residuo di imperfezione, un qualcosa che rimane nonostante tutti i nostri sforzi di eliminarlo.
Come ottenere allora questa libertà?  Essa ci è donata da Colui che da libero quale era venne fatto prigioniero, uomo di pace venne accusato di ribellione, uomo di Verità venne accusato di menzogna, figlio di Dio venne detto bestemmiatore, amico dei peccatori venne accusato di essere un mangione e un beone, fratello degli uomini venne da essi tradito, condannato e ucciso e tutto questo perchè noi per mezzo suo ricevessimo quella libertà che non si può togliere, che va oltre ogni divisione, ogni astio,  al di là della morte stessa come ci ha dimostrato con la sua Resurrezione.
Se sapremo accogliere e far nostra questa Verità allora saremo liberi...per sempre.
Buon 25 aprile a tutti. 

giovedì 11 aprile 2013

Figura di garanzia???

In questi giorni si moltiplicano le affermazioni da parte di molte forze politiche (ne è una prova l'incontro Berlusconi-Bersani di ieri) di voler individuare una figura condivisa dai vari schieramenti e che possa essere di garanzia per tutti da eleggere alla presidenza della repubblica vista la scadenza ormai prossima del settennato di Giorgio Napolitano.
I nomi che sono stati fatti da politici o scritti sui giornali sono veramente tanti e tra tutti uno mi ha colpito in particolare: quello dell'esponente radicale Emma Bonino.
Ora, che lei voglia e possa aspirare alla presidenza della repubblica non mi stupisce ed è nelle sue possibilità e facoltà farlo.
Quello che però mi sconcerta è il fatto che la sua figura venga presentata come di garanzia!
Vediamo di chiarirci subito le idee: i partiti sono espressione della società civile e quindi quando operano lo fanno a nome e nell'interesse dei cittadini che li hanno votati e che da loro sono rappresentati (in realtà il loro operare dovrebbe essere per il bene comune ma questa parola è oggi troppo abusata e svuotata di ogni significato) sulla base peraltro di un programma precedentemente redatto e vagliato dagli elettori.
Se quello che ho detto sino ad ora è  corretto arrivo al succo della questione: come cattolico che ha espresso una sua preferenza nelle ultime elezioni come posso sentirmi "garantito" dalla Bonino? L'esponente radicale sopra citata non ha mai fatto mistero di non gradire la presenza dei cattolici in politica ed ha sempre cercato di limitare con parole e fatti la loro espressione. Si è fatta inoltre più volte promotrice di disegni di legge ed altre iniziative decisamente contrari alla concezione cattolica della persona e sostenendo una laicità dello stato che non è più tale ma sfocia apertamente in laicismo esasperato. Per la Bonino  (e per i radicali più in genarale) la fede è e deve restare un fatto esclusivamenete da relegare nella sfera privata, ma così non è per i cattolici per i quali fede e vita (quindi anche quella pubblica  e l'impegno politico laddove richiesto) sono inscindibili.
Mi chiedo anche come mai di fronte alla sua candidatura (che pare piaccia a molti) il mondo cattolico salvo pochi casi isolati sia in silenzio.
Sul silenzio mi riferisco in particolare al ministro Riccardi che sino alle elezioni era onnipresente per ribadire il sostegno cattolico alla lista Monti (ministro che pur avendo deleghe riguardanti la famiglia non mi risulta si sia mai espresso in sua difesa o abbia manifestato dissenso nei confronti di posizioni piuttosto discutibili su di essa nel suo governo) o al gruppo di Todi che raccoglieva una buona parte dell'associazionismo cattolico e che si è sgretolato piuttosto velocemente a ridosso della tornata elettorale. Che dire poi della onorevole Carfagna in area PDL che ha apertamente sostenuto la candidatura della Emma nazionale? A onor del vero bisogna dire che il partito ha subito dichiarato che la sua era una opinione personale, ma il sasso era già stato buttato nello stagno (senza dimenticarsi che la Bonino approdò in Europa grazie anche all'appoggio  del primo governo Berlusconi).
Il PD poi pare non sia così ostile e d'altra parte uno dei nomi più in voga nei giorni scorsi era quello del cattolico "adulto" Romano Prodi, altra scelta per me discutibile e non di garanzia.
E il M5S?  Difficile sapere cosa pensino (più precisamente cosa pensa Grillo) e quale sia la loro linea comune (ammesso che ci sia) , certo è che tutto ciò che sa di radicale è nelle loro corde ed una candidatura come quella della Bonino potrebbe essere a loro gradita.
In conclusione che dire? Molti sono i nomi e magari ci stupiranno positivamente, non possiamo escluderlo.
Aspettiamo e soprattutto preghiamo Colui che si è fatto "garante" per noi  a prezzo del suo sangue.
Alla prossima scorrettezza!
  


sabato 6 aprile 2013

A PROPOSITO DI CATTOLICI ADULTI

"Io sono un cattolico adulto e quindi vado a votare..."
Così si esprimeva nel 2005 Romano Prodi a proposito del referendum sulla legge 40 quando gli fu domandato se sarebbe andato a votare oppure no  andando così apertamente contro l'invito all'astensione dato al mondo cattolico dalla CEI nella persona del cardinale Ruini.
Da allora tale definizione di cattolico viene frequentemente utilizzata ogni qual volta un personaggio della politica, del mondo della cultura e dello spettacolo, del volontariato che si definisce cattolico, assume una posizione in aperto contrasto con il magistero e gli insegnamenti della Chiesa.
Ora, io avrei qualcosa da ridire a partire dal termine "adulto".
Per prima cosa trovo che sia un po' presuntuoso pensare che la propria posizione personale (la quale è per altro lecita) sia comunque più "matura" di un'altra posizione che tra le altre cose non è una posizione personale, ma la posizione ufficiale di tutta la comunità dei cattolici e che affonda le sue radici in quella fede che tutti ci accomuna ed in quell'annuncio del Cristo Risorto partito dagli Apostoli e perpetuato dai loro successori sino ad oggi.
In seconda istanza bisogna anche notare che vi è modo e modo di esprimere un dissenso nei confronti del magistero: farlo davanti ad una telecamera approfittando della propria esposizione mediatica è  una forzatura vera e propria perchè va oltre qualsiasi intento dialettico e de facto vuole solo creare un consenso il più ampio possibile alla propria posizione in modo da legittimarla. Infatti il dire di essere in molti a pensarla in un certo modo rende "forti" come se fosse il numero dei consensi l'indicatore della validità di un'idea (basta guardare al  secolo dei totalitarismi e ci rendiamo immediatamente conto di quanto male da questa presunzione sia derivato).
Quando ero adolescente mi interassava solo assecondare i miei desideri ed ero disposto a tutto (o quasi) per farlo, i contrasti con i miei genitori erano all'ordine del giorno e spesso sembrava il mio sport preferito andare contro i loro "no" e i loro " poi lo capirai". Ora che sono diventato adulto comprendo molto bene ciò che dicevano e mi trovo addirittura a fare i loro medesimi discorsi proprio perchè ne scorgo a posteriori la ragionevolezza e fondatezza.
I cattolici che decidono di andare contro al magistero o di metterlo in discussione sono liberi di farlo (se c'è una conquista del cristianesimo è proprio la libertà), ma abbiano l'accortezza di non definirsi "adulti" bensì "in dissenso" per rispetto di tutti quelli (pochi o tanti che siano, il numero non conta) che si sforzano di comprendere, approfondire e a volte anche se non capiscono obbediscono con fatica e di certo non possono definirsi immaturi.
Alla prossima "scorrettezza"!



    domenica 31 marzo 2013

    Si ricomincia..

    Una buona Pasqua 2013 a tutti!
    Come forse avete capito dal post precedente sono tornato a scrivere sul blog finalmente!
    Il grande scrittore Giovannino Guareschi era solito dire che quando scriveva qualcosa lo faceva per i suoi ventitrè lettori.
    Io certamente non ambisco a tanto nè per la forma e i contenuti e nemmeno per il numero dei lettori, ma sono fiero dei miei due o forse tre estimatori e quindi con loro desidero prendere un impegno solenne: prometto di scrivere almeno due post a settimana da ora in poi (ne vorrei uno al giorno ma ho paura di non mantenere la promessa!).
    Mi scuserete anche se considero questo post come già valido al fine del conteggio settimanale, ma non vorrei rimanere indietro da subito!
    A presto allora e buona opinione scorretta a tutti!

    Luce del mondo

    Le tenebre ci rendono inquieti, celano la realtà,  rendono indefiniti i contorni delle cose, nascondono gli spigoli e le sporgenze. Se qualcuno di noi si è mai trovato ad arrancare nel buio sa bene quanto è facile ferirsi e farsi male contro qualcosa che non vedevamo e contro cui siamo andati a sbattere perchè nascosto nel buio.
    Ma basta una luce a cambiare tutto, anche una piccola luce ed ecco che ci è possibile scorgere i contorni delle cose, una strada attraverso cui procedere, la luce ci svela la realtà di ciò che ci sta intorno.
    Questa notte nelle nostre chiese con le luci spente è entrata la luce del cero pasquale a dirci che Cristo è la Luce del mondo, Luce che abbraccia ogni cosa e ne svela la più intima essenza. No, non cancella ferite, sofferenze e prove piccole o grandi, ma le illumina e dà loro un nuovo significato, Egli è Colui che "fa nuove tutte le cose".

    "La luce del Cristo che risorge glorioso
    disperda le tenebre del cuore e dello spirito."

    I più sinceri auguri di una Santa Pasqua 2013.