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martedì 3 maggio 2016

Breve storiella.

C'era una volta in un paese lontano un regno millenario e molto grande.
Un giorno ai suoi confini scoppiò una rivolta; nulla più di un focolaio all'inizio, ma ben presto la ribellione (fomentata anche dai regni vicini) iniziò ad espandersi e a conquistare terreno e a portare persone alla sua causa minando le solide e sagge radici millenarie del regno.
Alcuni generali fedeli al re e a servizio del regno se ne accorsero, mobilitarono le truppe, misero in guardia il popolo e cercarono di difenderlo.
I generali e il popolo guardavano al re, lo sentivano vicino, sapevano che era dalla loro parte (ed era assolutamente vero). C'erano state parole chiare in ambito più generale, ma tutti si aspettavano parole che andassero nel concreto di quella situazione di emergenza, parole che richiamassero all'ordine e spronassero gli indecisi e i pavidi specialmente tra coloro che avevano responsabilità di comando e che parevano strizzare l'occhio ai rivoltosi. Infatti la ribellione dilagava ormai e se alcuni aderivano per convinzione molti lo facevano per convenienza e paura.
Nel frattempo il generale in capo dell'esercito fedele al regno convocò un grande esercito (il più grande che si fosse mai visto da molto tempo) e si tennero due memorabili battaglie che però non diedero l'esito sperato (anche per il tradimento di alcuni che per mero interesse aderirono alla rivolta).  Anzi la situazione si fece disperata ed i nemici arrivarono alle mura del castello reale.
I pochi fedelissimi erano circondati ormai e fu in quel momento che il re ricevette il generale più alto in grado del suo esercito e lo accolse calorosamente. Gli disse di andare avanti così, che la loro battaglia era giusta e che avevano il suo pieno appoggio.
Il generale accolse le parole del re con gioia e fece appena in tempo ad uscire per unirsi all' ultima disperata battaglia dei suoi.
Ma ormai era tardi, il generale, le sue truppe ed anche i civili inermi (si sa che le rivoluzioni esigono il loro tributo di sangue e non guardano in faccia a nessuno) furono massacrati dinanzi alle porte del castello.
La bandiera dei ribelli fu issata sul campo di battaglia insieme alle teste mozzate degli sconfitti.
All'interno delle mura del castello ancora risuonavano le parole del re: "avanti così..."

E' questo il finale della storia? Non so e sinceramente ho sempre la speranza che non finisca così. 
Una cosa sola è certa: questo è il mio post più sofferto in assoluto...





Il problema del linguaggio

Qui un piccolo contributo alla riflessione sul linguaggio e le sue potenzialità e problematiche.