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sabato 6 aprile 2013

A PROPOSITO DI CATTOLICI ADULTI

"Io sono un cattolico adulto e quindi vado a votare..."
Così si esprimeva nel 2005 Romano Prodi a proposito del referendum sulla legge 40 quando gli fu domandato se sarebbe andato a votare oppure no  andando così apertamente contro l'invito all'astensione dato al mondo cattolico dalla CEI nella persona del cardinale Ruini.
Da allora tale definizione di cattolico viene frequentemente utilizzata ogni qual volta un personaggio della politica, del mondo della cultura e dello spettacolo, del volontariato che si definisce cattolico, assume una posizione in aperto contrasto con il magistero e gli insegnamenti della Chiesa.
Ora, io avrei qualcosa da ridire a partire dal termine "adulto".
Per prima cosa trovo che sia un po' presuntuoso pensare che la propria posizione personale (la quale è per altro lecita) sia comunque più "matura" di un'altra posizione che tra le altre cose non è una posizione personale, ma la posizione ufficiale di tutta la comunità dei cattolici e che affonda le sue radici in quella fede che tutti ci accomuna ed in quell'annuncio del Cristo Risorto partito dagli Apostoli e perpetuato dai loro successori sino ad oggi.
In seconda istanza bisogna anche notare che vi è modo e modo di esprimere un dissenso nei confronti del magistero: farlo davanti ad una telecamera approfittando della propria esposizione mediatica è  una forzatura vera e propria perchè va oltre qualsiasi intento dialettico e de facto vuole solo creare un consenso il più ampio possibile alla propria posizione in modo da legittimarla. Infatti il dire di essere in molti a pensarla in un certo modo rende "forti" come se fosse il numero dei consensi l'indicatore della validità di un'idea (basta guardare al  secolo dei totalitarismi e ci rendiamo immediatamente conto di quanto male da questa presunzione sia derivato).
Quando ero adolescente mi interassava solo assecondare i miei desideri ed ero disposto a tutto (o quasi) per farlo, i contrasti con i miei genitori erano all'ordine del giorno e spesso sembrava il mio sport preferito andare contro i loro "no" e i loro " poi lo capirai". Ora che sono diventato adulto comprendo molto bene ciò che dicevano e mi trovo addirittura a fare i loro medesimi discorsi proprio perchè ne scorgo a posteriori la ragionevolezza e fondatezza.
I cattolici che decidono di andare contro al magistero o di metterlo in discussione sono liberi di farlo (se c'è una conquista del cristianesimo è proprio la libertà), ma abbiano l'accortezza di non definirsi "adulti" bensì "in dissenso" per rispetto di tutti quelli (pochi o tanti che siano, il numero non conta) che si sforzano di comprendere, approfondire e a volte anche se non capiscono obbediscono con fatica e di certo non possono definirsi immaturi.
Alla prossima "scorrettezza"!



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