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martedì 12 aprile 2016

Dio è con noi?

Sicuramente viviamo in un'epoca e in una cultura dove insistentemente si cerca di rimarcare il fatto che la fede è un fatto da relegare alla sfera privata.
Ora sia ben chiaro che chi scrive non condivide per nulla tale posizione.
Però c'è una concezione che negli ultimi tempi si sta facendo strada nel mondo cattolico. Quella di pensare che la risposta ad una visione privatistica della fede sia un partito o un movimento di stampo confessionale. Personalmente mi sono trovato di fronte a dichiarazioni quali "Dio chiama e bisogna rispondere" o "Dio lo chiede" in riferimento alla discesa in campo nell'agone politico per non parlare di inni che cantano "Gesù ci chiama" e "Dio è con noi" appartenenti a sigle che desiderano presentarsi ai prossimi appuntamenti elettorali.
Chi scrive non pensa che sia questa la soluzione del problema della rappresentanza dei cattolici nella politica italiana e desidero qui ribadire alcuni concetti.
Il cristianesimo non è propriamente definibile come religione, è prima di tutto l'incontro con la Persona di Cristo che rivela all'uomo il volto di Dio Padre.
Se c'è una cosa che si deve proprio al cristianesimo è la corretta armonia tra fede e ragione. Se l'incontro con Cristo ci ha cambiato la vita esso non chiede affatto di rinunciare all'uso della nostra ragione, ma anzi quest'ultima è illuminata dalla fede e riscopre il suo essere secondo la natura di Dio (e scusate l'insistenza con cui ultimamemnte cito un certo Benedetto XVI).
I cattolici sono quindi chiamati all'impegno politico, ma questo non si traduce in un infantile fideismo a scapito di un saper rendere ragione della propria fede e quindi delle ragioni del proprio agire anche e soprattutto in politica. Una tale impostazione non può che allontanare consensi e contribuire ancora di più all'isolamento culturale dei cattolici.
Senza entrare nel merito della origine storica del motto "Dio è con noi", che certamente aveva un suo preciso significato ed un suo perché, non possiamo però ignorare che divenne anche la coltre sotto la quale gli uomini giustificarono crimini efferati.
E se non vi convince chi ha vergato queste poche righe fidatevi almeno di ciò che scriveva il grande Giovannino Guareschi (non a caso un ottimo esempio di come fede e ragione vadano a braccetto) che fu prigioniero durante l'ultimo conflitto mondiale proprio sotto coloro che di quel motto si fregiavano ed in nome del quale commisero le peggiori atrocità:
<< Costoro affermano "Dio è con noi", io invece prego di essere "io con Dio" >>

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