Sto seguendo con interesse la vicenda che vede protagonista la Giunta Regionale Piemontese che ha promosso una collaborazione tra ASL e varie associazioni (tra cui i Centri Aiuto alla Vita) nonchè l'apertura di sportelli che possano aiutare le donne che vivono una gravidanza difficile e sostenerle prima e dopo il parto (il tutto attraverso un regolare bando).
Tutto questo alla luce del sole, senza sotterfugi e soprattutto nel pieno rispetto di quella legge 194/78 come efficacemente ed esaustivamente spiegato nel comunicato stampa (potete leggerlo qui ) a cura di Federvipa (Federazione CAV e MpV Piemonte e Valle D'Aosta).
Tale iniziativa ha generato rabbiose reazioni da parte del fronte pro-choice regionale e nazionale con interventi diretti (e anche un poco scomposti) del consigliere M5S Sarah Disabato seguita a ruota dal deputato del Partito Democratico Chiara Gribaudo ( qui il suo intervento). Non sono mancate le reazioni immediate del sindaco di Torino Chiara Appendino e del deputato dem Laura Boldrini ( qui i loro interventi) insieme a tanti altri esponenti politici.
Ora, appare quanto mai singolare che chi ha fatto dell'invito alla disobbedienza civile una ragione di vita (in nome di una pluralità di diritti) si scagli con tanto fervore contro un'inziativa che non solo viene fatta secondo i crismi di una legge, ma proprio di quella legge che essi si premurano sempre di citare e che, nel caso dei più attempati, costituì motivo di lotta perchè la si approvasse. Viene quindi spontanea una domanda: quanti di quelli che si riempono la bocca della legge 194/78 l'hanno mai davvero letta e ne conoscono i dettami? Il paradosso non potrebbe essere più evidente.
Andando oltre resta da sottolineare ancora una cosa. A dispetto di quanto a volte si dice l'italiano è una lingua molto precisa e a seconda di come determinate parole si utilizzano si può cogliere il pensiero che vi sta dietro.
Cominciamo da un primo esempio. Una delle associazioni chiamate in causa è il "movimento per la vita". La parola vita è a tutto tondo. In essa non vi sono distinzioni. La vita è vita sempre, sia essa sana o malata, all'inizio o alla fine, sia essa del bambino, della madre o del padre (il padre! sempre dimenticato quando si parla di question come questa, quasi non avesse alcuna voce in capitolo!), povera o ricca, italiana o straniera, ecc. E il contrario della parola vita è non-vita cioè morte. Da qui ne consegue che non ci sono vie di mezzo, o l'una o l'altra. La tutela della vita contempla tutti e mai a scapito di alcuno dei soggetti in campo.
Il secondo esempio prende in considerazione le espressioni usate in campo pro-choice. Si parla con insistenza di salute della donna, diritti della donna e autodeterminazione della donna. Anche qui la precisione dell'italiano ci dice che dei vari soggetti in campo interessa uno solo e cioè la donna. Il che è importantissimo sia chiaro, ma significa che qualcuno degli altri soggetti coinvolti sarà posto necessariamente in secondo piano. Ed essendo la persona "essere in relazione" viene da chiedersi quanto danno possa arrecare il sacrificare un soggetto a scapito di un altro perchè il danno ricadrebbe su tutti gli attori in campo. Il fatto poi di introdurre parole come salute, diritti, autodeterminazione ecc. esclusivamente in rapporto alla donna impone che doverosamente chi si esprime così spieghi quale interpertazione intende dare ad esse (perchè vi possono essere molteplici chiavi di lettura). Ad esempio è considerata salute della donna quando questa opta per l'aborto o anche quando la stessa decide di tenere il bambino e crescerlo? E'considerato diritto della donna solo quando questa vuole interrompere la gravidanza perchè in grosse difficoltà o anche quando la stessa decide di portarla avanti e chiede giustamente aiuto per poterlo fare? E' considerata autodeterminazione solo se la donna decide in totale solitudine di abortire o quando la stessa può decidere insieme all'uomo (se questi ha avuto il coraggio di restarle accanto) con cui ha concepito quel figlio? Queste sono domande che esigono un chiarimento specialmente prima di far scorrere fiumi di inchiostro sui giornali per riportare slogan che sono gli stessi da decenni.
Come avete potuto constatare spesso per smascherare l'ideologia basta la sola lingua italiana.
Nessun commento:
Posta un commento