Credo molti di voi abbiano letto nei giorni scorsi l'articolo scritto da Vittorio Messori per il Corrierre della sera (lo potete trovare Qui).
Ora si può discutere se questo articolo sia condivisibile o meno però mi colpisce la reazione di molti blogger, giornalisti, preti e teologi a tale scritto.
Mi colpisce perché principalmente al giornalista sopra citato vengono rivolte due accuse: la prima è quella di aver scritto un articolo che dice molto più di quello che apparentemente si legge, anzi sarebbe in poche parole un attacco molto duro a Papa Francesco e al suo magistero. L'altra accusa è quella di non aver alcuna remora nel dubitare delle decisioni e dei gesti del pontefice, cosa che (secondo i detrattori di Messori) un cattolico mai dovrebbe fare nei confronti del Papa.
La cosa permettetemi è piuttosto singolare. Perché? Lo spiego brevemente.
Prima di tutto non è affatto detto che Vittorio Messori nel suo articolo volesse dire più di quello che ha scritto o in qualche modo dire altro. Se avesse voluto apertamente criticare il Papa non avrebbe fatto diversamente da molti altri che da ben prima si sono scagliati contro determinati gesti e scelte operative fatte oltre Tevere e sicuramente avrebbe trovato molti spazi. Credo la posizione di Messori equilibrata perché cerca di non scivolare da un lato in una tendenza a criticare a prescindere (che a volte cade nel ridicolo) e dall'altro in una approvazione acritica e smodata che a tratti risulta grottesca.
Ma la cosa che più mi colpisce è che tra molti di quelli che oggi si scandalizzano per le parole di Messori e dicono indignati " non posso più tacere" o " occorre rispetto per il Santo Padre" vi sono molti che sotto altri pontificati manco si sognavano di scrivere articoli che lanciavano velate allusioni. No, questi campioni di coerenza sono gli stessi che apertamente e su famosi giornali e riviste o su autorevoli blog si vantavano di non seguire il magistero papale. Non pochi di questi addirittura invitavano a disobbedire creando non pochi danni tra i fedeli. Gli stessi che per giustificare le proprie tesi sostenevano di rifarsi ad autorevoli prelati e teologi (un esempio su tutti può essere quello del Card. Martini e delle sue dichiarazioni) e avevano l'ardire di dire che il Papa era in errore. Ora sono gli stessi che per sostenere le stesse tesi di sempre citano Papa Francesco, ovviamente saltando le parti scomode, tanto il taglia-copia-incolla per alcuni é una vera e propria professione da tempo...
Beh...che dire, la coerenza pare sia merce rara, un po' come le...opinioni scorrette!
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