Un’estate questa
del 2114 che promette mesi di tensioni sociali altissime con il rischio che
ritornino fondamentalismi e integralismi che pensavamo relegati ormai nel
passato.
A nessuno di noi
può infatti sfuggire che ieri sera è andata in scena l’ennesima prevaricazione
di certa politica nei confronti della società tutta. È infatti stato discusso
in seduta notturna e durante il periodo vacanziero (cosa mai vista e inaudita,
proprio come se ci fosse qualcosa da nascondere!) il contestato ddl
sull’eterofobia che porta il nome dell’on. Barbadotto. Come più volte detto
tale disegno di legge si propone di introdurre l’aggravante per il reato di
eterofobia e de facto vuole censurare
tutti coloro che si oppongono al matrimonio tra un uomo e una donna. Se venisse
approvato questo disegno di legge tutti coloro (e di certo sono la maggioranza)
che si opponessero al matrimonio eterosessuale verrebbero additati come
eterofobi e rischierebbero un periodo di rieducazione presso gruppi famiglia
(gestiti spesso da parrocchie), centri aiuto alla vita e altre amenità, sino ad
arrivare nei casi di accuse più gravi alla pena detentiva. Di certo una tale
situazione non è accettabile e il comitato MF (Multicolor family) si sta già
mobilitando con iniziative, sit-in e con una raccolta firme per un eventuale
referendum abrogativo. Oltretutto non è sfuggita ai più la provocazione
dell’Etero Pride che quest’anno si è tenuto proprio a Roma (da quasi cent’anni
considerata, a ragione, la città arcobaleno) e che ha avuto l’ardire di far
sfilare passeggini, carrozzine con bambini piccoli e coppie etero che si
tenevano scandalosamente per mano, alcune anche con gli stessi bambini! Nessun
carro allegorico, nessuno striscione o slogan irriverente, insomma un raduno
all’insegna della provocazione pura e semplice!
Come se non
bastasse (e come alcuni avevano profetizzato) la legge 1194 recentemente
entrata in vigore sulla Tutela della
donna e la continuazione volontaria di gravidanza sta mostrando i suoi
primi risvolti negativi. Infatti a causa di poche centinaia di donne che
scelgono di continuare la gravidanza (pratica desueta e pericolosa da quando
con la gestazione di sostegno si può tranquillamente faticare meno e avere un
figlio con modica spesa) vi è già chi parla di diritto alla gravidanza e quindi
della possibilità di abolire l’obiezione di coscienza per quei medici che si
volessero rifiutare (requisito fondamentale di libertà!) di seguire una donna
che ostinatamente volesse portare avanti una gravidanza. Veementi proteste
dall’ordine dei medici, dai sindacati di categoria e in particolare dagli
operatori delle cliniche ADS (Aborto di stato) che sottolineano il dovere di
non assecondare queste convinzioni, pena la perdita di centinaia di posti di
lavoro per i dipendenti del settore. Da evidenziare anche la vivace protesta
delle donne sotto contratto delle baby- factories che dichiarano che oltre a
produrre ricchezza (cinque punti percentuali del PIL) la gestazione di sostegno
è ciò che ha permesso di rendere il concetto di genitorialità davvero
universale, donando a tutti, senza alcuna distinzione, la possibilità di avere
un figlio. Ovviamente tra i promotori della legge 1194 nessuno pensa alle
catastrofiche conseguenze per i figli. Infatti i bambini nati da una ‘normale’
gravidanza saprebbero chi sono i loro genitori biologici, restando vincolati a
vita a schematismi arcaici e demodé. Questo concetto è stato ben espresso dal
portavoce dell’associazione FIP (Figli in provetta) il quale ha dichiarato
recentemente che oltretutto si rischia di far credere a questi genitori (che
hanno operato una scelta già di per sé irresponsabile decidendo di portare
avanti la gravidanza) di essere loro i primi responsabili dell’educazione dei
figli quando sappiamo benissimo che è lo Stato l’unico a essere adeguato a tale
compito. E d’altro canto non è un caso che siano stati utilizzati da pochi
facinorosi termini come «diritto naturale», «padre e madre», «utero in affitto»,
«omicidio legalizzato» e «infanticidio», espressioni che speravamo ormai
relegate in un passato conservatore, omofobo e, francamente, anche un poco
fascista.
Per fortuna non
mancano esempi luminosi come quelli che ci provengono dagli altri paesi
europei. Come sempre la Francia si dimostra all’avanguardia con l’approvazione
definitiva nel mese scorso del Mariage Universel,
che rende finalmente possibili i matrimoni fra tutte le specie animali. Poche e
isolate le proteste e grandi festeggiamenti dei vari comitati promotori uniti
nello scandire lo slogan simbolo di questa battaglia: «il miglior amico
dell’uomo può e deve poter diventare anche il miglior coniuge».
La stessa Unione
Europea plaude alla Francia e bacchetta l’Italia perché un disegno di legge
simile giace in Parlamento da mesi per l’ostruzionismo di pochi intransigenti
(guarda caso gli stessi del ddl eterofobia).
È peraltro
notizia di questa settimana che nuove sanzioni ci saranno comminate perché il nostro
governo non ha ancora recepito i Nuovi
Standard per l’Educazione Sessuale in Europa dove finalmente si dice a
chiare lettere che nessun genitore (sia esso il numero 1 o 2 o qualunque altro)
può arrogarsi il diritto di educare un figlio estromettendo lo Stato da ciò che
più gli compete.
Che dire infine?
Certo è evidente che sia in corso una guerra per ridefinire il concetto di uomo
così come noi lo conosciamo, e come ci è stato faticosamente consegnato dopo le
straordinarie conquiste del secolo scorso, ma fortunatamente la grande
maggioranza dei cittadini non si lascia intimidire, l’Europa stessa la sostiene,
e se uniti «abbiamo più diritti» allora non dobbiamo scoraggiarci, ma continuare
a lottare!
(articolo tratto dal quotidiano «Nuova
Umanità» del 6 agosto 2114)
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